Altezza
Ricorderete di sicuro quello che diceva la nonna: “altezza, mezza bellezza”.
E, altrettanto sicuramente, ci sarà stata una parente o una’amica
piccolina di statura che parava il colpo con “nelle botti piccole c’è il
vino buono”, tirando in ballo il fatto che Napoleone non superasse il
metro e 60 centimetri di altezza e aggiungendo: “Quello che conta è il
cervello”. Questo è vero, oggi come ieri. Inutile, però,
nasconderlo: essere alti di statura significa già partire con una chance
in più. Sarà per questo che tutti ci auguriamo per i nostri figli,
se non un futuro da giocatori di basket, almeno un’altezza medio-alta.
Ma quali sono i meccanismi e le tappe della crescita di un bambino? Esistono
fattori in grado di influenzarla? Registi della crescita sono gli ormoni, in
particolare l’ormone della crescita (GH), prodotto da una piccola ghiandola
chiamata ipofisi. Questo stimola le somatomedine, sostanze che hanno la funzione
di allungare le ossa intervenendo sulle cartilagini di accrescimento, cioè la
parte non ancora saldata delle ossa in crescita. Il processo di accrescimento
nell’essere umano parte con uno sprint incredibile: solo nei primi 12
mesi di vita, il bimbo cresce di 22-24 centimetri. Ai 5-6 anni la crescita
annua si attesta su una media di 5 centimetri. Attorno ai 9-11 anni per le
bambine e ai 10-12 per i maschietti arriva un momento di stasi in cui si cresce
meno. Poi, in coincidenza con la pubertà, verso i 12 anni per le femmine
e i 14 per i loro coetanei, si verifica lo scatto massimo con punte di accrescimento
anche di 12 centimetri l’anno. Quando le cartilagini delle ossa lunghe
si sono completamente saldate (il meccanismo è favorito dall’azione
degli ormoni sessuali, estrogeni e androgeni), il processo di crescita è completato.
Le ragazze a 15 anni raggiungono la statura definitiva, i maschi possono guadagnare
ancora 1 o 2 centimetri sino a 16-17 anni.
L’altezza da adulti non dipende da un solo fattore ma da un mix di apporti
diversi. “Certo, la statura ha un’impronta genetica”, spiega Alessandro
Sartorio, primario della divisione di auxologia e del Centro per
i disordini della crescita dell’istituto Auxologico italiano di Milano, “ma
può essere influenzata anche da una dieta sana e corretta. E da una
vita regolare e serena che offra al bambino un ambiente familiare e sociale
salubre, calore e amore”. Se è proibito trasmettere le nostre
ansie e frustrazioni continuando a fare paragoni con l’altezza di compagni
e cuginetti, sarà sempre bene tenere d’occhio la regolarità della
crescita di nostro figlio e non trascurare eventuali campanelli d’allarme.
Per sapere se cresce bene ci terremo regolarmente in contatto con un pediatra
esperto di crescita o con uno specialista in auxologia (la disciplina medica
che studia la crescita e lo sviluppo dell’organismo), in grado di darci
le informazioni per offrire al bambino la possibilità di sfruttare al
meglio tutte le sue opportunità di crescita. Una visita dall’auxologo,
anche in assenza di problemi, è raccomandabile comunque almeno una volta
attorno ai 6-7 anni: sarà poi lo specialista a dare indicazioni sui
successivi controlli, tenuto conto che la crescita è un fenomeno dinamico.
Nella stragrande maggioranza dei casi (oltre il 90 per cento) la bassa statura
di un bimbo è dovuta, molto semplicemente, a ereditarietà: sono
bassi anche i genitori e, prima di loro, i nonni... Oppure si tratta di ritardo
costituzionale di crescita e di maturazione sessuale (anche questo su base
familiare) destinato poi, quasi sicuramente, a venire recuperato. In entrambi
i casi lo specialista interverrà per stimolare la crescita e consigliare
la famiglia perché dia al ragazzo il supporto psicologico di cui abbia
eventualmente bisogno. Si effettueranno, invece, analisi più approfondite
tutte le volte che un bambino aumenta meno di quanto ci si può aspettare
dalle proiezioni di crescita della sua famiglia: un bimbo troppo minuto figlio
di due genitori alti deve mettere in sospetto. Non va bene neanche se un ragazzino
cresce in maniera troppo dissimile a quella dei fratelli. Ancora, si cercherà di
capire perché un bimbo improvvisamente smette di crescere: per esempio,
non ha acquistato neanche un centimetro nell’ultimo anno. Alle volte,
responsabile dello stop può essere una malattia, per esempio asma, un
problema cardiaco o intestinale (malassorbimento), squilibri del metabolismo,
cure a base di farmaci che interferiscono con la crescita, come cortisone o
antibiotici. Eliminate questa cause si assisterà a un recupero per cui,
alla fine, la statura del ragazzo sarà più meno simile a quella
dei coetanei. L’intervento dall’auxologo, alla presenza di entrambi
i genitori, prevede una visita accurata, se del caso con il supporto di altri
specialisti, una misurazione effettuata con strumenti di precisione, eventualmente
esami diagnostici come radiografie per valutare se l’età ossea
si sovrappone o meno a quella anagrafica e individuare le residue potenzialità di
crescita. Solo in presenza di sospetti di qualcosa che non va, si procede ad
altri test più complessi. In pochissimi casi (meno del 3 per cento del
totale dei ragazzi con problemi di bassa statura) vi è una effettiva
carenza dell’ormone GH: si prescrive, allora, l’ormone della crescita
(somatotropo), prodotto sinteticamente. Attenzione, genitori: è inutile
darlo a un bambino che, anche se basso, lo produce regolarmente, perché si
rivelerebbe addirittura dannoso. Per sollecitare una crescita pigra si potranno,
invece, tentare altre strade, per esempio dare al bambino un supporto proteico
a base di aminoacidi: non si tratta di integratori e vanno presi solo su indicazione
e monitoraggio dello specialista. “Questo è un campo molto delicato
in cui è vietato il fai da te”, osserva il professor Sartorio. “Ma è,
soprattutto, vietato trascurare i nostri figli. La cosa più sbagliata,
e per noi più triste, è se un bambino ci viene portato troppo
tardi, quando ormai non si può più fare niente. Al contrario,
se si interviene per tempo su un bambino mignon con accorgimenti specifici,
una modifica dell’alimentazione e dello stile di vita, possiamo fargli
guadagnare quel centimetro in più all’anno che, al termine del
suo sviluppo, saranno diventati anche 5 o 6. Proprio quelli che gli mancavano
per cambiare in meglio la qualità della sua vita”.
Vuoi aiutare tuo
figlio a crescere bene e a diventare più alto? Adottando
questi accorgimenti sin dai primi anni di vita del bambino potrai fargli guadagnare
qualche centimetro in più sulla sua statura finale.
Alimentazione: dài al tuo bimbo, anche a tavola, tutte le opportunità per
diventare un campione di basket, o giù di lì. Non fargli mai
mancare i cibi nobili come carne (bianca e rossa), pesce, verdura e frutta.
Un’alimentazione adeguata, varia e completa, in cui le proteine non siano
meno del 15 per cento favorisce, infatti, la produzione dell’ormone della
crescita. La dieta non sarà, però, troppo ricca di grassi: infatti
l’obesità incide negativamente sullo sviluppo finale di un bambino.
Fondamentale è la prima colazione: una buona partenza con cereali, succo
di frutta, miele o marmellata, garantirà un ottimo funzionamento di
tutto l’organismo. Non esistono alimenti miracolosi acchiappa centimetri:
l’importante è che tuo figlio mangi anche poco, ma di tutto.
Sonno: Ricordati cosa dicevano a te i tuoi genitori: “a letto dopo Carosello”… Ecco, è importante
che i bambini vadano a letto presto, dormano bene e si sveglino riposati. La
produzione dell’ormone di crescita ha notevoli variazioni nel corso della
giornata, presentando in alcuni momenti picchi più elevati. Ma è proprio
nelle ore del riposo notturno che viene prodotta la maggiore quantità di
GH.
Sport: i bambini, per crescere bene, devono poter correre, giocare all’aria
aperta, fare attività sportiva. L’organismo di un bimbo che fa
sport, infatti, sfrutta al meglio i nutrienti introdotti con l’alimentazione,
sollecita lo sviluppo scheletrico e muscolare e stimola la produzione dell’ormone
della crescita. Posto che non esiste uno sport che “allunga” le
ossa, è molto indicata l’attività aerobica: bici, nuoto,
corsa, anche salire le scale! Fai scegliere a tuo figlio l’attività che
preferisce: almeno, potrai contare sul fatto che non l’abbandonerà a
mezza strada. La regolarità della pratica sportiva, infatti, è un
altro elemento chiave della crescita.
Puoi calcolare a tavolino quanto sarà alto tuo figlio “da grande”.
Va sommata la statura in centimetri della mamma e quella del papà. Per
i maschi bisogna, poi, aggiungere 13 e dividere per 2, per le bambine, al contrario,
sottrarre 13 e dividere ancora per 2. Il risultato viene chiamato “statura
bersaglio”, ossia l’altezza media che il bambino potrebbe raggiungere
in base al suo potenziale genetico familiare. Al di là dei calcoli teorici,
sarà l’auxologo a dirti se la crescita di tuo figlio procede in
modo regolare. Esistono in ogni regione centri specializzati di auxologia e
di endocrinologia pediatrica: per conoscere l’indirizzo di quello più vicino
puoi chiamare il tuo assessorato regionale alla Salute o il Centro per i disordini
della crescita dell’Istituto auxiologico italiano, telefono 02.619112426.
Alessandro
Sartorio è autore di un kit educazionale per le scuole dal
titolo “Crescita e sviluppo umano”, che sarà impiegato nell’anno
scolastico 2003-04 per far conoscere a insegnanti e famiglie gli aspetti della
crescita staturale, ponderale e sessuale dei ragazzi/e. Le scuole interessate,
inizialmente solo a livello lombardo, possono far richiesta direttamente all’autore.
Paola Tiscornia