CERVELLO
Creativi, frizzanti, con i neuroni in moto perpetuo. Nei giochini elettronici
date dei punti a vostro figlio. A più di quarant’anni siete
l’archivio storico della famiglia e un conforto per gli amici cui sapete
dire persino com’erano vestiti il giorno della maturità. Continuate
così, tenendo sempre il cervello in allenamento (che è diverso
dal tenerlo sotto pressione). Imbrogliare il tempo è possibile, recuperando
anni anziché perderli. Senz’altro sapete già molto. Ma,
nel caso, ecco qualche trucco in più perché il vostro cervello
si senta dieci anni in meno di quello che dice la carta di identità.
Una
notizia buona e una cattiva. Quella cattiva è che si possono perdere
sino ai 50 mila neuroni al giorno dal cervello e dal sistema nervoso e che
dai 45 agli 85 anni il cervello perde 20 per cento del suo peso, soprattutto
in termini di fluido extracellulare. E quella buona? Che le capacità cognitive
hanno un’incredibile abilità nel continuare a rigenerarsi e i
nostri neuroni, pur numericamente ridotti, acquisiscono negli anni una coordinazione
e una capacità organizzativa sempre più raffinate. In altre parole,
all’invecchiamento biologico del cervello (in realtà, abbastanza
precoce) non corrisponde per fortuna una diminuzione delle funzioni. Anzi,
può capitare proprio il contrario, posto che il suo bagaglio di risorse
e la sua capacità di adattamento si rivelano virtualmente infiniti.
Avere la prontezza di memoria, di calcolo, di reazione, di elaborazione di
quando avevate venti o trent’anni dipende da voi. E dalla vostra voglia
e capacità di mettervi continuamente in gioco. Disinserite il pilota
automatico, staccate la spina dalla routine delle decine di gesti sempre uguali
ripetuti ogni giorno, e cominciate a utilizzare di più le immense capacità del
vostro cervello. Dai giochi al computer rubati a vostro figlio, alle parole
crociate, ai giochi di enigmistica, agli scacchi, ai puzzle. Va bene tutto
e cimentatevi nel fare tutto anche se non ci avete mai provato prima. È adesso
il momento giusto per cominciare. Aiutate il cervello a restare giovane allontanandogli
certe cattive compagnie: l’alcol è uno dei suoi nemici dichiarati
mentre, secondo alcuni recenti studi, un consumo eccessivo di caffè e
di nicotina impedisce l’assorbimento di vitamine chiave essenziali per
il suo funzionamento ottimale. Inutile deprimersi se un giorno vi capita di
non ricordare più il numero del Bancomat o gli interpreti del film che
avete visto solo la settimana scorsa. Date, invece, una bella sveglia alla
vostra memoria: l’età non c’entra niente, è che la
usate poco. Al minimo storico delle sue possibilità. Se dovete ricordare
una lista di nomi, inventatevi una storia che li contenga tutti. Per “fotografare” nella
mente un avvenimento appena successo mettetelo immediatamente nero su bianco,
annotando tutti i maggior dettagli possibili. Inventare, fantasticare, fare
collegamenti, trovare soluzioni nuove o creative, cercare di impegnarvi a seguire
due cose contemporaneamente, non è una perdita di tempo: serve per esercitare
ed estendere i dendriti, le parti ramificate delle cellule nervose che portano
le informazioni. Potete anche cercare un aiuto esterno: sembra che il ginkobiloba
possa migliorare l’afflusso di sangue al cervello e alcune ricerche indicherebbero
una validità dell’ormone estrogeno nel diminuire la probabilità di
ammalarsi di Alzheimer. Secondo altri recentissimi studi anche le statine,
utilizzate in farmaci che riducono il colesterolo, possono contrastare lo sviluppo
della malattia. D’altra parte, oggi non esiste ancora un test per scoprire
in anticipo se la nostra vecchiaia sarà segnata dall’Alzheimer.
Però si presume che mantenere una vita mentalmente attiva, continuare
a studiare, viaggiare e avere degli interessi, abbassi il rischio di contrarlo.
Il
centro: ospedale San Raffaele, via Olgettina 60, Milano, direttore
sanitario dottor Roberts Mazzucconi, reparti connessi alle neuroscienze, telefono
02.26431.
Tabella
30 anni
Mangiate poco: ingerire pasti abbondanti fa deviare tutto il sangue al tratto
digestivo, allontanandolo dal cervello. Camminate molto, almeno per 45 minuti
3 volte alla settimana: migliora il flusso di sangue nei lobi centrali del
cervello aiutandovi, per esempio, a seguire più compiti in contemporanea.
40
anni
Imparate una nuova lingua oppure iniziate a sviluppare una diversa professionalità.
Volete un metodo per esercitare la memoria? Provate a leggere, per esempio, “Ginnastica
e disciplina della mente”, Editore Demetra, o “Allenare la memoria”,
Tea Pratica o ancora “Ginnastica mentale”, De Vecchi editore.
50 anni
La vitamina più utile per il cervello è la B (si trova in tonno,
pollo, pane integrale, banane e avena). La vitamina B6 stimola la memoria,
la B12 ripara i danni al tessuto cerebrale. Ancora: il rosmarino aumenta il
flusso del sangue al cervello, l’essenza di limone potenzia la capacità di
concentrazione.
60 anni
Rilassarsi aumenta la capacità di imparare: aiutatevi con la meditazione,
lo yoga o il training autogeno. Impegnatevi in questo esercizio: immaginate
due oggetti assolutamente scollegati fra loro, una rana e un ciclomotore, e
trovate possibili collegamenti. È utile per ricercare modi di pensare
alternativi.
CUORE
Maschio. Quarantenne. Da un lato siete al massimo della forma e della potenza
fisica. Dall’altro, forse vi avranno detto che il vostro sesso e l’età rappresentano
comunque un fattore di rischio per malattie cardiache. E che è proprio
da adesso che comincia il calo di VO2, ossia il livello più alto a cui
i muscoli usano ossigeno durante il massimo sforzo. Forse però non sapete
che la pratica di attività aerobica può ridurre questo declino.
Sembra che con un serio programma di allenamento, anche dopo i 40 anni non
solo si riesca a frenare il calo, ma sia addirittura possibile aumentare il
livello di VO2.
Il vostro cuore probabilmente da un punto di vista sentimentale è già sistemato,
o risistemato a dovere. Dal punto di vista fisico, dopo i quarant’anni
vale la pena di dedicargli tutte le attenzioni possibili. Seguite già una
dieta a basso contenuto di proteine e grassi animali. Tenete a bada l’ipertensione
arteriosa, così come scongiurate lo spettro dell’ipercolesterolemia
centellinando cibi grassi, cioccolato e dolci. Niente sigarette perché il
fumo innalza i valori di lipidi nel sangue. Monitorate l’iperglicemia
riducendo l’apporto di zuccheri. E avrete contrastato la prima tendenza
al soprappeso. I più recenti studi concordano sul fatto che il rischio
di malattie cardiovascolari è correlato all’aumento del BMI, Body
mass index, il peso ideale. Adesso volete fare qualcosa di più specifico
per dare una mano al vostro cuore.
Iniziate con un ceck-up cardiaco (elettrocardiogramma, esami del sangue, ecocardiogramma).
L’ultima frontiera in campo della prevenzione dei rischi di malattie
cardiovascolari prevede anche il controllo (con un esame del sangue) dell’iperomocisteinemia.
Recentemente è stato scoperto che un aumento dei valori di questo aminoacido,
abbinato soprattutto a una carenza di vitamina B o di acido folico, determina
precoci fenomeni di arteriosclerosi o di trombosi. Se i vostri indici fossero
sopra alla media, lo specialista potenzierà nella vostra dieta la carica
di vitamine (soprattutto E, C e Betacarotene), per rafforzare lo scudo protettivo
sul sistema cardiovascolare. Le linee guida della European Atherosclerosis
Society contengono i vostri valori normali di colesterolo al di sotto dei 250
mg/dl. Se li superate, è probabile che il cardiologo vi prescriva farmaci
a base di sinvastatina. Oppure quello di ultimissima generazione, la atorvastatina.
Oltre a composti a base di acidi grassi Omega 3.
Il sistema più efficace per mantenersi un cuore giovane, è comunque
imperniato su un corretto stile di vita coniugato a un costante esercizio fisico
mirato. “Iniziate con un’attività di stretching e proseguite
con esercizi di hata-yoga per ridurre le tensioni”, consiglia Francesco
Conti, fondatore dei centri di benessere milanesi Club Francesco Conti. “Chi è stressato
mette in circolo un’enorme quantità di radicali liberi che lo
intossicano, accelerando il processo di invecchiamento. La terza fase prevede
esercizi di incremento della capacità respiratoria. Solo dopo 3-4 mesi
di questo percorso si potrà intraprendere un programma di potenziamento
dell’efficienza cardiorespiratoria, e perseguire il risultato di frenare
la rotta discendente del proprio VO2”. “L’American Heart
Association raccomanda a chi ha più di 40 anni un programma di almeno
30 minuti di attività aerobica per tre volte alla settimana, jogging,
nuoto, ciclismo, corsa”, spiega il dottor Edoardo Santoli, specialista
in cardiologia e cardiochirurgia all’ospedale Luigi Sacco di Milano. “Secondo
altri studi, è meglio un programma quotidiano di almeno 60 minuti di
movimento: passeggiare, o salire e scendere rampe di scale in varie combinazioni
(1 minuto 60 volte al giorno o 5 fasi di 12 minuti). L’unica cosa vietata è non
fare nulla: il cuore è un muscolo e più lo si allena più sarà in
grado di potenziare le sue prestazioni”.
Il centro: azienda ospedaliera
San Camillo Forlanini, circonvallazione Gianicolense 87, Roma, direttore sanitario
dottor Guido Pugliesi, reparti di Cardiologia
e di Cardiochirurgia, telefono 06.58701.
Tabella
30 anni
Seguite un piano dietetico che contempli poche proteine e grassi animali e
ricco, invece, di antiossidanti e vitamine, aumentando le quantità giornaliere
di frutta e di verdura. Fate in modo che i grassi che ingerite siano sempre
al di sotto del 30 per cento delle calorie totali della giornata.
40 anni
Cominciate a monitorare i livelli di colesterolo e la pressione arteriosa,
effettuando una volta all’anno esami del sangue completi e una volta
ogni 2-3 anni un elettrocardiogramma. Se avete un’incidenza familiare
di rischio di malattie cardiache o infarti, controllatevi con visita ed Egc
sotto sforzo.
50 anni
Autoprescrivetevi due bicchieri di vino a pasto: il vino è un vasodilatatore
che aumenta i valori di Hdl (il colesterolo “buono”) e ha un effetto
antitrombotico, migliorando anche l’apporto del sangue al cervello. Il
vostro livello ottimale della pressione arteriosa non deve superare i valori
di 140/90.
60 anni
Una volta all’anno fate un Ecg con test da sforzo. E controllate il valore
di VO2 per valutare se la frequenza cardiaca è correttamente rapportata
alla capacità di ventilazione, ossia di consumare ossigeno. Il miglior
regalo al vostro cuore? 3 km al giorno di camminata veloce (non corsa) a passo
molto lungo.
OSSA
Le ossa di un uomo conoscono il loro periodo d’oro fra i 21 e i 30 anni
e, passata la boa della quarantina, iniziano i primi segnali di perdita di
minerali. Detto questo, per restare in tema, togliamo dall’armadio altri
scheletri. Non è vero che non potrete mai più essere tonici e
scattanti come quando eravate ragazzi. Potrete, invece, raggiungere una forma
anche migliore. Perché oggi avete più mezzi, più costanza,
più motivazione. Siete pronti? Ricordate, però, che per mantenervi
giovani la soluzione giusta non è quella di correre una cento metri
a ostacoli, ma di impegnarvi in una maratona.
Più forza, più muscoli, più elasticità, più resistenza.
Non sono prerogative dei vent’anni. O meglio, non sono “solo” prerogative
dei vent’anni. A patto di dedicare o ridedicare un po’ di tempo
alla cura del vostro fisico. Non temete però: forse come in nessun altro
campo, attenzioni mirate e costanza si rivelano un binomio vincente e chi non
conosce la vostra età magari fra un anno potrebbe tranquillamente attribuirvene
dieci di meno. Partite da questo: perché l’apparato locomotore
(ossa, muscoli, articolazioni) negli anni resti a un livello di efficienza
ottimale, va sempre mantenuto in attività altrimenti, proprio come una
macchina poco usata, perde colpi e comincia a invecchiare a ritmo anche più accelerato
di quello biologico. Quindi? “Il piano di conquista del benessere fisico”,
spiega il dottor Giorgio Maria Calori, ortopedico a Milano, “inizia da
una visita medica generale che valuti le condizioni fisiche dal punto di vista
cardiorespiratorio, escludendo eventuali problemi specifici quali diabete o
altre malattie metaboliche. Dopo, un consulto con uno specialista ortopedico
servirà a porre il riflettore su problematiche congenite (come una scoliosi)
o acquisite (per esempio, gli esiti di una frattura o di un trauma) per stabilire
il tipo di sport o di esercizi più idonei”. Se fate già attività sportiva,
continuate così, sempre che sia adatta e ben dosata. Se finora non avete
fatto alcuna attività fisica, è il momento giusto per iniziare.
Stabilito il vostro profilo fisico, lo specialista vi suggerirà il planning
di esercizi appropriati per fare restare sempre “a motore acceso” le
vostre articolazioni. Via con la ginnastica tradizionale, fatta di movimenti
armonici e non violenti in grado di mantenere efficiente e, anzi, potenziare
la muscolatura: l’ideale è quella aerobica, a corpo libero o con
pesi leggeri. Andate in palestra una volta alla settimana (dopo i 40 anni il
giusto riposo fra un allenamento e l’altro ne potenzia il risultato),
allenandovi su macchine di ultima generazione dotate di cardiofrequenzimetro,
che consentono il monitoraggio della frequenza cardiaca e respiratoria. Ancora
meglio, affidatevi a un personale trainer che venga a casa (ma anche in ufficio
durante la pausa pranzo) per personalizzare a vostra misura gli esercizi. Potete
anche scegliere di allenarvi da soli, a casa appena alzati, con un programma
di 2-3 volte alla settimana. Quindici minuti iniziando con esercizi respiratori
e di riscaldamento per proseguire con stretching ed esercizi a corpo libero
a terra e finire con qualche minuto di rilassamento sdraiati su un tappeto
e con una doccia. Tempo necessario al tutto, 30-40 minuti. Un’avvertenza:
fateli al mattino e mai alla sera, perché l’eccitazione muscolare
può disturbare il sonno. Di altro, per tenervi in forma, non sembra
vi dobbiate preoccupare. “Al di là di ogni periodico scoop”,
avverte il dottor Calori, “esami preventivi per individuare in tempo
problemi alle ossa e alle articolazioni non ne esistono. Inutile fare una Moc
o una Risonanza magnetica di propria iniziativa se lo specialista non lo ritiene
necessario, mentre è indispensabile consultarlo prima di intraprendere
iniziative nuove come la cyclette, un corso di tennis o di corsa”.
Il centro:Istituto ortopedico Gaetano Pini, piazza A. Ferrari
1, Milano, direttore sanitario
dottor Carlo Colombo, telefono 02.582961.
Tabella
30 anni
La regola è: esercizio regolare e uno stile di vita attivo, anche e
soprattutto se lavorate tutto il giorno al computer o alla scrivania. Camminare
mezz’ora al giorno per cinque giorni alla settimana è un toccasana
per ossa e articolazioni. Meglio se fatto al mattino, quando sete ancora freschi.
40
anni
Vietato fermarsi. Ogni vostra giornata dovrà comprendere sempre una
breve corsa o una camminata. Provate così: correte per 4 minuti, poi
camminate per 1 e ripetete. È il modo migliore per tenere “oliate” le
ginocchia senza stressarle. Due o tre mattine alla settimana fate ginnastica
a casa.
50 anni
Curate la vostra dieta. Che deve essere varia, sufficiente ma mai eccessiva
e comprendere quotidianamente la giusta dose di latte, latticini, spinaci
e altri cibi ricchi di calcio. Chiedete allo specialista gli integratori
più adatti, a base di vitamine e oligoelementi come ferro, zinco,
rame.
60 anni
Se lo riterrà necessario, specie se continuate a praticare sport, dopo
aver effettuato valutazioni radiografiche o una Moc, per farvi restare in piena
forma l’ortopedico potrebbe prescrivervi prodotti specifici che fissano
il calcio nelle ossa e contribuiscono a ridurre il rischio di fratture.
Pelle-Capelli
Viso fresco, pelle tonica, niente
borse sotto gli occhi, segni d’espressione
appena accennati. Guardatevi allo specchio. Chi vi darebbe quarant’anni?
Invece li avete, forse anzi qualcuno in più. Potete scegliere di dichiararli,
con franchezza. Oppure può restare un segreto fra voi e la vostra carta
di identità. L’importante è che, comunque, non li dimostrate.
Dietro un aspetto giovane ci possono essere tanti assi: un fattore genetico,
una vita sana, la rinuncia al fumo, una dieta equilibrata, esercizio fisico
all’aria aperta. Magari anche un piccolo aiuto da parte della dermatologia
plastica.
Un patto col tempo non lo potete fare. Però un aspetto sano, fresco
e giovane non è un dono che arriva dal cielo. Va costruito passo dopo
passo, si può dire a tavolino. Sotto questo profilo, gli uomini rispetto
alle donne hanno qualche atout. La pelle maschile è più sottile
di quella dell’altro sesso, quindi, i segni dell’età in
genere compaiono almeno 5 anni più tardi. In più, il grasso secreto
dal volto maschile per effetto del pelo costituisce un naturale fattore protettivo
contro le aggressioni del tempo. Lo stesso, passati i quarant’anni si
può cominciare a pensare a qualche soluzione soft per ridare al viso
la compattezza del decennio precedente. La dermatologia plastica è un
nuova branca della medicina che, senza bisogno di bisturi, aiuta la pelle a
restare giovane, a invecchiare bene e a rimanere sana. Potete consultare uno
specialista e studiare insieme a lui una proposta su misura per voi. L’ultima
frontiera in questo campo è rappresentata dalla biorivitalizzazione:
si tratta di tecniche non invasive che possono togliere al volto anche parecchi
anni. “Il dermolifting, per esempio, è un trattamento a base di
microniezioni di enzimi che combatte la perdita di elasticità della
pelle del viso”, spiega il dermatologo Antonino Di Pietro, presidente
dell’Isplad, società internazionale di dermatologia platica. “Oppure
c’è la tecnica ‘cross linked’, per distendere i tessuti
eliminando l’aspetto grinzoso dalle guance. Il ‘picotage’,
invece, è studiato per contrastare l’azione nociva dei raggi ultravioletti
proteggendo la pelle dall’invecchiamento precoce ed è, quindi,
adatto a chi fa vita all’aria aperta. Per riempire le rughe profonde
si può intervenire invece con i filler, ossia materiali di riempimento
riassorbili come collagene o acido ialuronico che evitano sgradevoli “fissità” e,
nel tempo, non provocano effetti collaterali. Ancora, per ravvivare un colorito
spento e opaco si può provare con i peeling, sempre effettuati dallo
specialista, che facilitano la rimozione delle cellule morte”. Ricordate,
però, che nessuna tecnica al mondo vi darà beneficio se non vi
regalate insieme una vita più sana, una dieta corretta, non curate sport
e interessi e non dormite almeno 7-8 ore a notte.
E i capelli? L’alopecia androgenetica, che porta al loro diradamento
sino alla calvizie, interessa sino all’80 per cento dei maschi sopra
i 30 anni. Andate da un dermatologo esperto in tricologia per preparare con
lui un piano d’attacco, più che di difesa. Che partirà da
un nuovissimo test appena importato dalla Germania, il Tricho Scan: consiste
in un esame digitale computerizzato del capello e in pochi minuti individua
il tipo e il grado di problema. Ormai ci sono farmaci efficaci nel di fermare
il diradamento, per esempio quelli a base di minoxidil e di finasteride, mentre
la scoperta “dolce” dell’ultima ora è rappresentata
da due alghe, la Laminaria Saccarina e l’Alga Corallina.
Questo sul versante estetico. Su quello della salute, vi sottoporrete una volta
all’anno a una dermatoscopia, un ceck-up della pelle che può individuare
in tempo eventuali tumori cutanei. Oggi il test viene fatto con apparecchiature
collegate a un computer che permettono di monitorare nel tempo ogni minimo
cambiamento della cute e dei nei.
Il centro: Clinica dermatologica dell’Università di
Milano, ospedale Maggiore, via Pace 9, Milano, direttore professor Ruggero Caputo,
telefono
02.555035200.
Tabella
30 anni
Dopo la rasatura, usate una crema idratante a fattore di protezione medio,
soprattutto se state molto all’aria aperta. Una dieta equilibrata, ricca
di sali minerali, e integratori a base di ferro, rame, zinco o sostanze come
cistina, cisteina o acido folico aiutano a prevenire il diradamento dei capelli.
40
anni
Anche nei mesi invernali, non dimenticate gli occhiali da sole: è il
modo più semplice per prevenire le rughe. Dopo aver fatto la barba, è perfetta
una crema ricca di enzimi che stimola la formazione naturale di collagene ed
elastina. Concedetevi una seduta settimanale in un buon centro estetico.
50 anni
Sulla fronte e sulle mani noterete picchiettature brune, dette anche macchie
senili: oggi il dermatologo le può togliere con il nuovo laser ad
Erbium. A tavola, preferite alimenti ricchi di vitamina C (arance, kiwi)
e pesce e cereali, ricchi di Omega 3 e Omega 6, che mantengono bene idratati
i tessuti.
60 anni
Occhio ai bruschi sbalzi di temperatura: minano l’elasticità dei
capillari e facilitano la couperose. Prendete flavonoidi 2-3 volte alla settima
o macedonia di frutti di bosco tutti i giorni: è un’ottima cura
contro l’invecchiamento della pelle, mentre l’ananas può attenuare
le borse sotto gli occhi.
Sesso
Vostra moglie continua a essere pienamente soddisfatta delle vostre attenzioni.
Mentre se non siete sposati, non lo siete più e non avete neanche una
compagna fissa, avete senz’altro riscoperto i piaceri di un menu più vario.
Sotto le lenzuola, insomma, la situazione va a gonfie vele. Dopo i quarant’anni,
però, perché le cose continuino ad andare bene, e perché vadano
sempre meglio, occorre qualche attenzione in più. In particolare, combattete
lo stress, nemico numero uno del sesso, e fate più esercizio fisico.
Cominciate anche fare periodici controlli: la vostra prostata ve ne sarà grata.
Di
sicuro vi sentite ancora sessualmente in forma come ai tempi dell’università.
Inutile nasconderselo, però. È dopo i quarant’anni che
a letto potrebbero iniziare problemi. Erezioni meno intense o prolungate, calo
di desiderio. Vere e proprie débâcle. “L’erezione è un
meccanismo psiconeurovascolare”, spiega il dottor Giorgio Pizzocaro,
direttore dell’unità operativa di urologia dell’Istituto
nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano. “I problemi psicologici
possono interferire con le attività sessuali a qualsiasi età mentre,
passati i quarant’anni, si può in effetti risentire di problemi
neurologici (per esempio come effetto collaterale di farmaci tranquillanti
o antipertensivi) oppure vascolari: soprattutto in quest’ultimo caso,
si tratta di normali segnali di invecchiamento, dovuti al fatto che la circolazione
sanguigna nell’organismo comincia a tendere leggermente al declino”.
Posto questo, non è assolutamente detto che i problemi sessuali debbano
capitare a voi. Anzi, cercate di fare di tutto perché non capitino.
Il sesso va “sentito”. E se a quarant’anni un uomo se ne
sente dentro trenta, il gioco è fatto. La ricetta per continuare a fare
l’amore bene è di farlo quando se ne ha voglia e con chi ne ha
voglia. Avere la mente sgombra e disporre di una partner particolarmente collaborativa.
Poi, controllare lo stress, grande nemico del sesso. E ricordate che, anche
in questo campo, la funzione crea l’organo: l’amore, più lo
si fa e più lo si farebbe. Mentre un’astinenza prolungata sarà foriera
di erezioni scadenti.
Un solo deficit sotto le lenzuola di sicuro non vi preoccuperà. Ma se
i flop sono di più e si prolungano per settimane o mesi, consultate
uno specialista andrologo o sessuologo. Oggi c’è un apparecchio
che permette di monitorare le erezioni che avvengono durante il sonno. Se la
registrazione è regolare, vuol dire che il disturbo non ha radici fisiche.
E i farmaci? La pillola blu, il Viagra, può aiutare quando gli insuccessi
sono episodici e legati soprattutto a problemi psicologici: va presa a digiuno,
mai abbinata ad alcolici, e non più di 2-3 volte alla settimana.
Ovviamente, fare molto all’amore significa anche fare molta attenzione
Un sesso protetto e con partner sicure vi terrà al riparo da infezioni
da HPV, Human Papilloma Virus, tramesso per via sessuale e pericoloso anche
perché può diventare cancerogeno.
Dopo i cinquant’anni (cominciate prima se avete precedenti in famiglia
o uno stile di vita a rischio, dato da dieta scorretta più sedentarietà)
tenete sempre d’occhio la vostra prostata. Una prostatite, ossia un’infiammazione,
legata generalmente a rapporti anali non protetti, non ha un’incidenza
legata all’età. L’ipertrofia prostatica benigna, che porta
a un graduale ingrossamento dell’organo, è invece una condizione
che inizia generalmente proprio dopo i 40 anni. Se vostro padre l’aveva, è probabile
che possa affliggere anche voi. Ai tempi di vostro padre, però, non
c’erano farmaci efficaci per controllarla: oggi la finasteride riduce
efficacemente il volume della prostata, anche se, come rovescio della medaglia,
può diminuire la potenza sessuale. Anche i farmaci alfalitici hanno
una buona efficacia, ma possono abbassarvi la pressione arteriosa.
Infine, lo spauracchio maschile numero uno: il cancro alla prostata. “La
prevenzione in questo caso inizia a tavola: mangiate più cibi ricchi
di grassi insaturi, gli Omega 3, soprattutto soia, pesce e alimenti ricchi
di sostanze antiossidanti, frutta e verdura”, avverte il dottor Pizzocaro. “Della
diagnosi precoce potrete invece preoccuparvi a 40 anni se avete un familiare
colpito dal cancro alla prostata, altrimenti a partire dai 50. Si effettua
con un prelievo di sangue basato sul test del PSA (antigene prostatico specifico).
Attenzione, però: effettuare un solo esame non è indicativo,
solo confrontando tra loro i vostri test annuali lo specialista potrà avere
il sospetto della comparsa di un tumore. In questo caso, per confermarlo, verranno
eseguite anche biopsie prostatiche sotto controllo ecografico”. Nessuno
si augura di arrivare a quel punto. Ma gli auguri non bastano. Cominciate invece
a scendere in campo giocando in difesa: meno stress, che mina le difese immunitarie,
e più esercizio fisico.
Il centro: Clinica urologia dell’università “Vita-Salute” San
Raffaele, via Olgettina 60, Milano, direttore professor Patrizio Rigatti, telefono
02.26432643.
Tabella
30 anni
Fate tanto sesso ma, soprattutto, fatelo bene. Non trascurate, però,
alcuni segnali come dolore alla punta del pene quando urinate, fastidi sovrapubici
o al perineo (in pratica, una sensazione di disagio quando vi sedete). Parlatene
con le medico, potrebbero essere i primi sintomi di una prostatite.
40 anni
Avete già adottato una dieta amica della prostata. Potete anche farvi
consigliare integratori specifici a base di selenio, zinco, vitamina E, licopene
(lo si trova comunque anche nella salsa di pomodoro), vitamina D3 e tè verde,
che hanno effetti protettivi a lungo termine delle cellule prostatiche.
50 anni
È
l’età migliore per riscoprire il sesso. Siete più selettivi
e avete meno fretta. Sapete anche che nei divertimenti dell’amore ci
si può aiutare con piccoli trucchi. Usare gel idrosolubili rende il
gioco sessuale più agile e movimentato. Non dimenticate di effettuare
annuali controlli del Psa.
60 anni
Esistono prodotti vegetali che possono ritardare lo sviluppo dell’ipertrofia
prostatica. Per esempio, provate a prendere la polvere di palmetto o il Pigeum
africano. Aggiungete alla vostra dieta almeno due volte alla settimana pompelmo
rosa e anguria: contengono sostanze amiche della prostata.
Boxini testimonial
Cervello
Martin Amis, 53 anni, scrittore. Resta a letto sino a tardi e divide poi le
sue giornate tra la scrittura e la riflessione. “Gran parte dello sforzo
di scrivere”, dice, “sta nell’aspettare. Aspettare che
sia pronto un nuovo paragrafo, quasi fosse un piatto che deve cuocere pian
piano. Il cervello di uno scrittore, in realtà, è sempre al
lavoro, sia a livello conscio sia a quello del subconscio”.
Cuore
Il sindaco di Milano, Gabriele Albertini, 52 anni, non sottovaluta il rischio
di problemi cardiaci legati all’età e ha sempre giocato d’anticipo:
si sottopone a specifici controlli annuali, ha adottato una dieta leggera
che ha come piatto d’elezione il riso in bianco, e beve poco alcol.
Soprattutto, non trascura l’esercizio fisico: ogni mattina prima di
andare in ufficio fa un’ora di ginnastica a casa.
Pelle-capelli
“
Piacere, Claudio. Sulla trentina…verso la quarantina. È per via
dei capelli. I capelli invecchiano. Chi non li ha, è evidente”.
Il dialogo è tratto da un vecchio testo teatrale di Claudio Bisio. Il
comico, che oggi ha 45 anni, ha sempre scherzato senza problemi sulla sua calvizie.
Anni fa compariva in scena indossando una parrucca bionda, oggi la pelata è uno
dei punti di forza della sua immagine.
Ossa
“
A 37 anni mi sono accorto che il mio organismo ha avuto uno step fortissimo,
cambiando radicalmente il metabolismo. E mi sono adeguato nella maniera più giusta”.
Aldo Serena, 42 anni, ex calciatore e oggi opinionista Mediaset, si mantiene
sempre in forma andando in palestra a correre o in bicicletta almeno 3 volte
alla settimana e scegliendo un’alimentazione moderata, pur senza osservare
una dieta.
Sesso
Rocco Siffredi, 38 anni, pornodivo italiano famoso in tutto il mondo, ha incentrato
la carriera su prestazioni sessuali senz’altro fuori standard. Anche
a un re dell’orgasmo come lui, però, possono capitare antipatiche
defaillances. Impegnato in un noir erotico, al momento di buttarsi a capofitto
in una scena piuttosto intensa con la partner, ha accusato qualche problema.
E il set è andato in pausa.
Paola Tiscornia